SULLE RINNOVABILI ATTACCHI INFINITI

Sulle energie pulite Monti sta facendo peggio di Berlusconi

Operazione coerenza. «Bisogna sviluppare le capacità del sistema Italia nel campo dell’innovazione, dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili» ha spiegato il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ieri, presentando al Comitato interministeriale Per la programmazione economica il piano di riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Eppure è passata a mala pena una settimana da quando il ministro, con colleghi Passera e Catania, ha tagliato l’incremento degli incentivi 2013 per le rinnovabili di ben il 50% rispetto alle cifre, già misere, previste dal precedente governo. Addirittura c’è una previsione di taglio retroattivo per gli operatori dell’eolico, che conta più di 40 mila posti di lavoro di cui 5000 a rischio già nei prossimi due mesi.

Eppure il settore dell’energia green è stato l’unico a sopravvivere alla crisi economica, con tassi di crescita vertiginosi negli ultimi anni. Solo nel solare l’Italia si attestava, fino a pochi giorni fa, leader di investimenti fra i paesi del G20, con un tasso di crescita del 38,4% in cinque anni. Stamattina c’erano proprio tutti, a Montecitorio, a protestare. C’erano le associazioni, i partiti, gli ambientalisti. I tagli decisi, inoltre, arrivano nel più assoluto silenzio: sono stati decisi unilateralmente dal governo nonostante le richieste delle associazioni del settore di essere coinvolte nella decisione. «L’unico operatore che sembra essere coinvolto nel processo decisionale, secondo notizie stampa non smentite, sarebbe Enel» commenta, amareggiato, Massimo Sapienza, presidente di Asso Energie Future.

Se il governo Monti voleva innovare e distinguersi rispetto al predecessore, questa mossa va in direzione completamente opposta. Ci voleva un po’ di coraggio per andare contro alle note lobby dell’energia ed imprimere al paese quello svolta necessaria a riconvertire l’economia creando più lavoro e più salute. Invece «il governo Monti sulle rinnovabili sta facendo peggio di quello Berlusconi – ha denunciato il presidente dei Verdi e candidato sindaco di Taranto Angelo Bonelli, in piazza anche stamattina – e rischia di lasciare senza lavoro oltre 200 mila italiani che lavorano in questo settore. Le fonti rinnovabili stanno cambiando il sistema energetico italiano – continua il leader ecologista – con vantaggi che diventano sempre più evidenti in termini di produzione (che ha raggiunto il 26,6% rispetto ai consumi elettrici nel 2011), di riduzione delle spese legate al protocollo di Kyoto ma anche economici complessivi per il Paese e oggi anche di riduzione del costo dell’elettricità nel mercato elettrico all’ora di picco grazie al solare. Questa vera e propria rivoluzione energetica amica dell’ambiente – conclude Bonelli – è in pericolo, perché mette in crisi i grandi monopoli energetici essenzialmente impianti di produzione d’energia elettrica da carbone, petrolio e gas».

Non diceva, il governo Monti, di voler combattere posizioni di rendita e cupole spartitorie?

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